gattò-di-patate

A chi non piacerebbe gustare una fetta tiepida, filante e succulenta di gattò di patate? Una pietanza prelibata, comunissima in tutte le cucine d’Italia, le cui radici etimologiche e gastronomiche affondano nell’arte culinaria francese, dove il termine “gateau” significa letteralmente “sformato, torta ripiena“.

Questo piatto ricco ed unico ci ha messo molto poco a italianizzarsi e a diventare uno delle pietanze maggiormente conosciute e diffuse, soprattuto in ambito di cucina economica, semplice; anche in termini di finger food, il gattò di patate viene spesso servito in pratici quadrotti, gustabili singolarmente. È un piatto da pic nic e gite fuori porta, visto che a temperatura ambiente il gusto rimane eccezionale.

gattò-di-patate

(Clicca sulla foto per la versione in alta definizione)

Cerchiamo, però, di ricostruire, in breve, le fasi storiche che hanno portato il gattò di patate ad essere un piatto italiano: “gattò“, così pronunciato, ha la cadenza dialettale, forte, decisa, napoletana. Furono i Borboni, nel 1768, a portarlo nel Regno delle Sicilie, in occasione del banchetto nuziale di Maria Carolina e del Principe Ferdinando I. Con essi la tradizione gastronomica, che ancor oggi si tramanda nelle cucine tradizionali del Sud, dei “monzù” (“monsiuer“), ovvero dei cuochi a servizio della loro Corte, che erano soliti realizzare piatti ricchi, molto nutrienti e calorici, racchiudendoli in sformati di ogni tipo, si affermò in modo deciso in tutto il Regno.

Di gattò di patate ne esistono svariate versioni, sempre all’insegna dell’inventiva; la ricetta che presento qui è il frutto della tradizione di famiglia, come da sempre in casa lo abbiamo realizzato.

Sarà molto semplice, vi darà tanta soddisfazione al momento in cui lo sfornerete, apprezzandone il colore dorato ed il profumo gradevole, sino al taglio delle fette, tutte compatte, morbide, goduriose. Come anticipato prima, il gattò di patate si presta molto bene a presentazioni in piccole porzioni in occasione di feste, compleanni, circostanze di vario tipo, in cui mangiare seduti in tavola non è possibile o non è obbligatorio. Un classico piatto da buffet, da primavera e da pranzi all’aperto…

Gattò di patate, uno sformato ricco e gustoso, nato alla fine del 1700

Ingredienti:

  • 1,300 g di Patate a pasta gialla
  • 2 Uova intere
  • 60 g di Parmigiano grattugiato
  • 50 g di Pangrattato
  • Sale, Pepe e Noci moscate in polvere, q.b.
  • 100 g di Prosciutto cotto
  • 250 g di Mozzarella a dadini
  • Fiocchi di burro q.b., per ungere lo stampo e per guarnire il gattò
  • Pangrattato q.b., per la tortiera e per la superficie del gattò

Procedimento:

Lessate le patate, attendete che siano fredde per poi privarle della buccia e passarle al setaccio o schiacciapatate, in modo da ricavarne una purea morbida.

Condite la stessa con le uova, il Parmigiano, il pangrattato, sale, pepe e noci moscate quanto basta (assaggiatene una piccola parte, per sentire se il gusto va bene).

gattò-di-patate

Imburrate una tortiera ed impermeabilizzate con del pangrattato, togliendo via l’eccesso; disponete il primo strato di purea di patate, aiutandovi con una mano appena umida d’acqua, così da aiutarvi a livellare in modo omogeneo. Adagiatevi le fette di prosciutto cotto, poi la mozzarella a dadini e ricoprite con la restante parte di patate. Prima di infornare, sigillate la circonferenza con i rebbi di una forchetta, poi aggiungete in superficie ancora altro pangrattato e fiocchetti di burro sparsi.

gattò-di-patate

Cuocere a forno già caldo per 30 minuti a 180°C, ultimando la cottura per altri 5 minuti in “grill”. Servite il gattò di patate quando sarà tiepido, per fette perfette fuori e per una consistenza tiepida e filante all’interno.

Vi auguro buon appetito e se volete continuare a restare sempre aggiornati seguite L’ANGOLO DELLE PRELIBATEZZE anche su Facebook!

Torna alla Homepage

Questa ricetta è stata vista 2262 volte!

 

Commenti

commenti

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.